Il calore del tuo sorriso

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Informazioni sull'autore

Alessio De Luca nasce a Isernia nel 1983. Consegue la laurea in Biotecnologie Mediche presso l’Università di Firenze. La passione per la musica, coltivata grazie al padre, viene affiancata da quella per il canto, il cinema, la pittura e la letteratura. Pubblica il suo primo romanzo, un giallo dal titolo L’urlo di Erin, con la Ibiskos Editrice Risolo.

Codice: 978 - 88 - 98838 - 00 -4

Autore: Alessio De Luca

Editore: Talos edizioni

Anno: 2014

Genere: Narrativa Italiana Contemporanea

Prezzo libro: 14.0 €

Prezzo PDF: 0.0 €

Nº pagine: 176

Dimensioni: 13*20 cm

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Trama

Il romanzo breve di Alessio De Luca è sorretto dalle ardimentose figure di due protagonisti, Chiara e Gabriel, che con abnegazione si fanno strada col fine ultimo di celebrare la giustizia e la verità. Al personaggio di Gabriel si contrappone Francesco; sono l’eroe e l’antieroe, portatori di caratteristiche speculari, così estremi nei loro tratti caratteriali da rappresentare idealmente due diversi aspetti, yin e yang, autunno e primavera, che convi- vono all’interno di un unico soggetto. Siamo di fronte alla struttura del mito greco. Chiara (Kia) è una paziente e coraggiosa Arianna che dipana il filo rosso che mantiene la sua vita. Gabriel è un moderno Teseo che mette in gioco la propria vita e la propria libertà per salvare una ragazza innocente. Francesco è lo zoomorfo Minotauro (secondo Dante, guardiano del cerchio dei violenti), come lui è feroce e selvaggio. Anche Kia e Gabriel, come Arianna e Teseo, non vivranno un epilogo idilliaco. Incisivi e di rilevante calibro sono i temi affrontati dal giovane autore. Si parla della difficile situazione in cui versa il sistema carcerario, di insicurezza sul lavoro, di omofobia e di omofobia interiorizzata, di cinici giornalisti “d’assalto” a caccia della notizia succosa da incollare in prima pagina, della crudeltà che permea il nostro difficile momento storico e di problematiche ad esso correlate, come l’esplosione della tossicodipendenza tra i giovanissimi. Una società poco accogliente genera fenomeni spiacevoli che a loro volta peggiorano le condizioni sociali; una società violenta non offre al cittadino i presupposti per una vita dignitosa e i soggetti più deboli si ripiegano su se stessi non trovando alcun modello di riferimento. Vacillano le ragioni per continuare a vivere e prende forma l’idea di autoinfliggersi dei danni. Alessio De Luca affronta inoltre il tema della disabilità e delle diverse reazioni che le persone più prossime al soggetto portatore di un disagio assumono: paura, mal sopportazione, imbarazzo, tradimento, amore incondizionato. Un episodio di violenza sessuale viene descritto dall’autore in tutta la sua crudezza, nei toni accesi di un film di Kubrik. L’abuso, pulsante e urlante nella sua brutalità, è una doccia di ghiaccio che ci sveglia dalla condizione di testimoni placidi e indifferenti. Ne “Il calore del tuo sorriso” trova spazio un’intelligente descrizione dei rapporti tra pari, tra genitori e figli e, nel caso di Kia, dell’interazione tra paziente e personale ospedaliero. Il suo percorso riabilitativo avanza di pari passo con la maturazione di tutti quelli che le sono intorno. L’amore si veste di dedizione e di sacrificio, fino all’estremo anelito. Sono presenti nel romanzo elementi propri del thriller e del giallo. Acuta è la suspense che cattura il lettore in diversi passaggi. Importanti, nella concatenazione degli episodi che danno corpo alla storia, sono personaggi secondari come il giudice Franco Bonaduce, che con la sua sentenza conferisce un significato nuovo alla storia. Le vicende personali dei personaggi emergono gradualmente; di ognuno impariamo a conoscere luci e ombre solo quando la loro sfera emozionale si infrange, nel contatto con la vita di un altro. Durante l’intera narrazione si manifesta una costante: l’attenzione puntata sul pesante condizionamento delle apparenze. Il lettore è abilmente trascinato, coinvolto in un gioco di paradossi. Ciò che sembra non è e ciò che è muta di continuo, a dimostrare quanto sia ampiamente ingannevole e ingannabile l’animo umano. Abbiamo di fronte un eroe o un assassino? Un criminale incallito o un uomo che vuole riprendere in mano la propria vita? Una ragazzina frivola e de- bole o una giovane donna forte e profonda? Kia, ad esempio, ci sorprende con un saggio insegnamento: “Un filosofo del passato diceva che alla nascita a ognuno di noi viene prestato un sacchetto pieno di vari strumenti. Sta a noi, durante la vita, utilizzarli, perché alla fine dovremo restituire quel sacchetto. Io credo che, nonostante tutto, anche tu abbia quegli strumenti e, come già una volta hai deciso di ricominciare, lo puoi fare ancora. Fino a quando quel sac- chetto non sarà pieno, puoi continuare a metterci quello che vuoi, non sarà mai finita. C’è sempre la speranza che qualcosa cambi in meglio. E c’è sempre la possibilità di usare quegli strumenti a fin di bene.” L’andamento del romanzo è di tipo circolare, eroe ed antieroe si trovano, in apertura e in chiusura della storia, a vivere la stessa esperienza, ma la superficie del reale si incrina unicamente appena i due si diversificano. La brusca frattura porta al combaciare di apparenze e realtà. “Sii quello che sembri.” scriveva Lewis Carroll (Alice nel paese delle meraviglie, 1865). L’autore suggerisce che sono, quasi sempre, le scelte a de- lineare la personalità dell’individuo, ne caratterizzano inoltre il percorso e spesso hanno conseguenze dalle quali non è possibile fuggire. Pari importanza ha l’istinto che, anche in contrasto con la ragione, muove gli uomini a seguire quella spinta fortissima che ci tiene aggrappati alla vita. “Certe cose non sono insegnate da nessuno, non si sentono dai saggi, non si leggono sui libri. Eppure succedono, si manifestano grazie all’istinto e grazie a questo funzionano, permettendoci di sopravvivere.” L’epilogo è decisamente poetico e presenta una riflessione sul rapporto tra uomo e natura: “Pochi istanti e dei piccoli coriandoli bianchi iniziarono a venir giù, quasi come se quella serica cappa iniziasse a sfaldarsi in piccoli e impalpabili pezzi che, volteggiando nell’etere, venivano a posarsi sulle umane cose […] Bianco come l’innocenza: status quo così difficile da mantenere.” Assaporiamo un finale che infonde speranza, la storia che grava sulle spalle di Kia verrà giustificata dalla presenza di un nuovo elemento che sembra restituire un senso a tutto ciò che le è accaduto. E cosa cerchiamo, con incorruttibile tenacia, nei libri che ci tengono compagnia, se non una risposta, un sussulto, un senso. Roberta Lagoteta