Codice: 978-88-98838-23-3
Autore: Roberto Iacoella
Editore: Talos edizioni
Anno: 2015
Genere: Narrativa Italiana Contemporanea
Prezzo libro: 15.0 €
Prezzo PDF: 0.0 €
Nº pagine: 288
Dimensioni: 13*20 cm
AcquistaTrama
Postfazione - È possibile spiegare che cos’è l’amore? Probabilmente no. Eppure, o forse proprio per questo, in molti hanno provato a farlo. Filosofi, scrittori, cantanti e registi, con risultati altalenanti. C’è addirittura chi, nella convinzione che l’amore sia un’arte vera e propria, che necessita di un combattivo spirito d’abnegazione e, soprattutto, di tanta pazienza, ha presentato, in modo rigoroso, una serie di suggerimenti su come imparare ad amare (Eric Fromm, L’arte di amare). Ma, a dispetto di tutti i tentativi di sistematizzazione, la materia amore, nella sua essenza vitale, continua a esserci inafferrabile, a fluttuare libera nell’aria. Per questo motivo, le domande che ossessivamente si pongono i protagonisti del romanzo, su come fare a riconoscere, acciuffare e non lasciarsi scappare l’amore, sono destinate a non trovare risposta. Roberto Iacoella, dopo i racconti tra borgata e psicoanalisi de La samba di Orfeo e altre storie, e l’invettiva contro la scuola dei giorni nostri di Processo al prof, decide di immergersi nelle acque, a volte torbide, dell’oceano amore, in un viaggio emozionante che in taluni frangenti mozza il fiato al lettore. L’ordito, rispondendo a un bisogno di stabilità e coerenza necessario a resistere all’assedio dei sentimenti, si dipana ordinatamente attraverso blocchi di stampo teatrale. Il divampare della passione amorosa, con i suoi strascichi incendiari che finiscono per bruciare il matrimonio di Mara, in bilico tra equilibrismi emotivi e slanci libertari. L’insopprimibile bisogno di conforto umano, vivificato dalla processione di Mara (alla disperata ricerca di una parola amica), che senza successo rovista tra le esperienze d’altri, nel tentativo di trovare una pallida legittimazione ai suoi comportamenti dentro gli sfibranti monologhi della madre, nelle ciniche teorie della sorella o nell’apparente saggezza dell’amica Ingrid. Iacoella ci spinge fino all’abisso feroce degli alterchi tra Mara e Fabrizio, un vortice di accuse e crudeltà, allo scopo di prostrare l’altro, mutatosi in nemico (sulle orme celebri del Bergman di Scene da un matrimonio), per poi afferrarci, con decisione, in una lenta risalita, liberi dagli opprimenti gravami della finzione quotidiana, per tornare infine a respirare, seppur con l’acqua nei polmoni a ostruire la vita.Sono scorci di realtà, che Iacoella imprime su carta con tale incisiva sincerità, che l’immedesimazione è automatica, quasi involontaria. Ogni lettore, così, si specchierà nelle storie dell’autore per ritrovarsi scrutato, con smorfia sardonica, dalla sua stessa figura, un doppio ormai consapevole che l’amore è una retroformazione, il riflesso ingannevole di una complessità indecifrabile. Osvaldo Tartaro