Il boia cieco

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Informazioni sull'autore

Elena Blancato nasce a Trieste l’otto marzo del 1965. Pubblicazioni Talos edizioni di Cosenza: ‘Fuori dal tempo’, ‘Ruah - Il Soffio dello Spirito’, ‘La signorina inutile, romanzo di riflessione sul perché del male’, ‘Gli Spiriti del Carso’, ‘Il pescatore del Carso’ e ‘L’odore del pane’. Testi tradotti dalla Professoressa Lea Caharija, e pubblicati da Talos edizioni in lingua slovena: ‘Ribič s Krasa’, (Il pescatore del Carso) ‘Vonj po kruhu’ (L’odore del Pane). Pubblicazioni Luglio editore: ‘Martin lo Škrat’, ‘Le Voci del Carso’, ‘I sogni del Carso’, inerenti le antiche tradizioni del Carso. Premio “Associazione Giuliani nel mondo” per “Il Rotolo di Ravensbrück”, racconto inerente l’incontro avvenuto dopo 60 anni da Ravensbrück presso la Risiera di San Sabba a Trieste, tra Ines Figini e Rosalia Poropat. Premio Antonio Fogazzaro per “Ruah” - Il Soffio dello Spirito, inerente il martirio di Padre Placido Cortese. Vincitrice al terzo posto al concorso in memoria di Elca Ruzzier 2015, con “Il lato materno della storia”, inerente l’opera cristiana di Majda Mazovec. Premio Giuliani nel mondo con Malika, racconto inerente la storia delle aleksandrinke.

Codice: 978-88-98838-57-8

Autore: Elena Blancato

Editore: Talos edizioni

Anno: 2016

Genere: Narrativa italiana contemporanea

Prezzo libro: 10.0 €

Prezzo PDF: 0.0 €

Nº pagine: 76

Dimensioni: 12*20 cm

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Trama

"Il viaggio dall’Austria iniziò così: lasciammo il campo profughi subito dopo la Santa Messa. Gli sloveni rimasti avevano intonato il canto ‘Maria per tutta la nostra vita’, piangendo amaramente per la nostra partenza. Anton ed io superammo il Passo del Brennero in treno, pigiati dentro una gelida carrozza ferroviaria. Ci stringevamo insieme per scaldarci ancora di più. Ricordo che tremavo nonostante il cappotto, mentre il nostro convoglio avanzava nella campagna italiana: “tu… tum, tu… tum,” faceva, e intanto aghi di gelo mi perforavano la pelle. Finché arrivammo al centro di transito di Grugliasco, vicino a Torino. Da lì ripartimmo alla volta di Genova, dopo aver trascorso dodici giorni di lunga attesa in un edificio fatiscente, dov’erano già passati soldati tedeschi e profughi ebrei. La nostra nave per l’imbarco si chiamava SS Holbrook. Quel mare con il quale avevo convissuto intimamente da bambina a Trieste all’improvviso mi diventò odioso. Sì, lo detestavo! Stavo dicendo addio alla Vecchia Europa, e sentivo appiccicarsi a me un sentimento di separazione così lancinante - 6 - e confuso che è difficile tradurlo in parole. Da Genova ci furono diversi giorni di traversata, finché, quando vidi da lontano i manifesti raffiguranti Juan Perón con la sua fascinosa moglie Evita, capii che eravamo arrivati a Buenos Aires. Era il cinque febbraio 1949".